...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

3 ottobre 2014

Com-X: Orfani, il primo ciclo

La copertina del n°12 (© Sergio Bonelli editore)
Dopo un anno di pubblicazioni, si è chiuso il primo ciclo di Orfani, la serie fantascientifica della Bonelli Editore di cui avevo recensito il primo numero con qualche perplessità. La serie, dopo i dodici numeri di cui è composto il primo ciclo, si può dire che si sia assestata ed abbia raggiunto un grado di maturità tale da poter essere giudicata, complice anche il fatto che ha portato a termine un ciclo narrativo ed ha posto le basi per il successivo.
Finito questo ciclo mi sono riletto tutti gli albi, in maniera da poter dare un giudizio complessivo su questa prima parte. Ma com’è in generale questa serie? Vediamolo insieme.
Attenzione: cercherò il più possibile di non inserire informazioni sulla trama per consentire a chi non abbia già letto le storie di godersele al massimo, ma è inevitabile che a volte ci debbano essere dei riferimenti a quanto è accaduto in alcuni degli episodi. Quindi da qui in avanti siete avvertiti:
SPOILER!
La serie ha una struttura narrativa molto particolare, in cui ogni episodio è diviso in due parti: nella prima si narra della crescita dei protagonisti, gli orfani del titolo, dopo la distruzione dell’Europa, addestrati duramente in una base militare, mentre nella seconda, ambientata anni dopo, della guerra contro gli alieni che sono apparentemente responsabili della distruzione e di tutta la cospirazione che sta dietro alle necessità di questa guerra.
Astronavi (© Sergio Bonelli editore)
Parliamo prima di quello che mi è piaciuto. Il disegno della serie è fatto molto bene, spesso sopra i già buoni standard dei fumetti della Bonelli. Si tenta di dare un taglio grafico differente rispetto a quello degli altri albi di questa casa editrice, cercando un tipo di resa grafica più simile a quella degli attuali fumetti americani supereroistici. Tale scelta si rivela un po’ penalizzata dal formato tipico del fumetto tascabile bonelliano, ma è apprezzabile lo sforzo per rinnovare una grafica che per un tale fumetto sarebbe forse troppo datata.
La novità di questa serie rispetto alle altre della Bonelli è anche il fatto di essere interamente a colori. Devo dire che i risultati di tale scelta mi avevano sul principio un po’ deluso, ed invece la colorazione è nettamente migliorata nel proseguire della serie. Negli ultimi albi il colore è stato veramente ottimo, dando quel di più che faceva gustare i disegni e differenziava le varie scene del fumetto. Il massimo secondo me si è raggiunto nel numero 11, dove le scene oniriche vissute da Juno sono forse la parte graficamente migliore della serie. Sarei curioso di vedere queste storie come rendono i disegni ed i colori nella collana delle raccolte in volumi di grande formato che sta stampando la Bao Publishing...
Il gruppo dei protagonisti (© Sergio Bonelli editore)
Veniamo adesso alle dolenti note. E quello che non va in questo fumetto è la parte della sceneggiatura. La trama della serie non è certo all’altezza delle aspettative, poco incisiva e scarsamente originale, dando sempre un forte effetto di déjà-vu; i colpi di scena non arrivano oppure sono talmente ovvi da non essere tali, e le citazioni da altre opere sono talmente tante da non vedere quasi idee originali. La scrittura degli episodi, che privilegia spesso l’azione e con scarni dialoghi, fa inoltre si che i singoli albi si leggano abbastanza rapidamente, lasciando alla fine un’impressione di incompletezza, come se uno si chiedesse: ”tutto qui?”.
I singoli personaggi inoltre sono rappresentati solo in maniera superficiale, senza scavare nella loro personalità, tanto che non si riesce mai ad empatizzare con loro e si rimane sempre spettatori esterni delle loro avventure senza un vero senso di coinvolgimento. Caso più esemplare la dottoressa Juric, della quale, nonostante sia un comprimario importante, non viene mai approfondita la psicologia od il background, ne le motivazioni che ne ispirano il comportamento. Inoltre la crescita dei vari caratteri nel corso delle vicende è solo parziale, con alcune incongruenze nel comportamento. Ad esempio, Juno alla fine dell’ultimo albo nella parte del passato mette esprime forti dubbi su quello che gli succede; tali dubbi non sono prensenti all’inizio delle loro vicende nel presente nei primi albi, vicende che si collocano cronologicamente solo pochi giorni dopo quelle del passato dell'ultimo albo.
Tirando le somme devo dire che il fumetto si lascia leggere, ma non arriva mai a coinvolgere in pieno il lettore, ne a farti appassionare alle avventure dei protagonisti. Lascia forse un senso di incompletezza, dovuto anche alla rapidità con cui si leggono i singoli albi ed al fatto che quello che si trova spesso sembra preso da qualche altra storia. Personalmente devo dire che non penso di proseguire la lettura dei numeri del secondo ciclo, non ritengo che ne valga la pena, anche se spero, per chi questo fumetto lo apprezza, di sbagliarmi. E voi , cosa ne pensate? Ditemelo nei commenti.

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