...fermarsi ogni tanto sulle rive di questo mare che è la vita a narrare quello che vedo tra le onde...

10 gennaio 2012

Pensieri scomodi...

L'altro giorno, seguendo un contatto su Google+, ho trovato un profilo di una persona che come presentazione aveva questa frase di Michel Onfray: "Dio non è morto perché non è mortale. Una finzione non muore".
Questa frase mi ha fatto riflettere. Non certo sulla sua logica, che è ovviamente incorretta. Infatti una finzione è immortale solo se la si riconosce come tale, poiché se viene considerata come verità piano piano svanisce e cade nel dimenticatoio. Ad esempio, prendiamo "Romeo e Giulietta" di Shakespeare: è diventata immortale poiché la vicenda è un'opera di fantasia, con contenuti che la rendono universale per l'animo umano. Se fosse una storia vera piano piano se ne sarebbe perso il ricordo, sostituito da nuovi fatti.
Questa frase mi ha invece portato a chiedermi perché ci sia molta gente che si ostina a non voler riconoscere l'esistenza di Dio. L'opera del Signore nella storia dell'uomo è infatti incontrovertibile, si può discutere sul suo significato e sulla sua pertinenza, ma non negarla a priori. Invece c'è molta gente che di partenza non accetta che ci sia o che ci possa essere un Dio creatore. A mio giudizio questa loro avversione deriva dal fatto che l'accettare l'esistenza di un essere sovrannaturale li porta ad avere pensieri scomodi ed a porsi domande altrettanto scomode, obbligandoli a doversi confrontare con la Sua esistenza, ed a dover mettere in discussione quanto fanno e pensano. Infatti se si dice che Dio non esiste si può fare della propria vita ciò che ci pare, credendo di non dover renderne conto a nessuno, mentre il fatto di doversi rapportare con Lui ti porta a pensare ed agire forse con meno libertà, ma sicuramente in una prospettiva differente da quella della vita di tutti i giorni, orientata ad una dimensione più ampia. Ed è questo che molti non sono pronti ad accettare, perché li porterebbe su un cammino più scomodo della vita tranquilla e comoda che pensano di fare.
E voi come vi rapportate con il pensiero dell'esistenza di Dio?

4 commenti:

  1. dont feed the troll/dovella8 febbraio 2012 alle ore 12:29

    Mi ha sempre colpito il fatto che praticamente tutti voi ferventi credenti diate per scontata l'esistenza di Dio al punto da darla per scontata anche nelle opinioni degli altri.
    Chi si professa ateo, non credente o scetticco, secondo voi, in fondo sa che Dio esiste, e ne mette in discussione l'esistenza di solito per qualche motivo poco edificante, dalla mera convenienza morale fino alla ricerca di una giustificazione per il "male".
    Trovo questo atteggiamento molto poco rispettoso nei confronti di chi non la pensa come voi, addirittura arrogante ed irritante, ed anche un pochino ipocrita.
    Sgombriamo il campo da dubbi e personalismi, io credo, anzi meglio: io preferisco credere, che esista un qualche Dio, anzi una sorta di panteistica logica dell'universo che regola quest'ultimo. Non per questo però, non mi vengono dubbi e ritengo che chi non la pensa come me sia in errore.
    Al contrario, credo che se Dio c'è, preferisca chi nutre dubbi sulla sua esistenza e sul suo operato, piuttosto chi crede in Lui ciecamente ed acriticamente. E' la vecchia parabola dei talenti...se Dio mi ha dato l'intelligenza Lo offenderei se non la usassi quando penso proprio a Lui, no?
    Tu al contrario asserisci letteralmente che qualcuno "si ostina" a non voler riconoscere l'esistenza di Dio, pur essendo cos' evidente. Non ti sfiora il dubbio che il fatto che sia evidente a te, non vuol dire che sia tale per tutti? Niente da fare, per te è una ostinazione, un capriccio. Ancora, dall'alto di quale pubblico si può asserire che chi nega l'esistenza di Dio lo faccia a priori, mentre tu invece basi la tua conviznione sulla incontrovertibilità della opera di Dio nella storia dell'uomo?
    Scusami ma io sta "incontrovertiblità" non la vedo e se c'è un atteggiamento aprioristico è proprio quello di chi dà Dio per scontato e poi elabora ogni sorta di giustificazione pur di difendere l'assunto.
    Arrivi ad affermare, secondo me poco cristianamente, che chi non crede come te abbia una specie di avversione (quasi demoniaca) all'accettazione di Dio, affibiando, quindi, una accezione sempre e cmq negativa a chi non condivide il tuo pensiero.
    Infine trovo irritante l'ipocrisia di chi dice: "chi la pensa come me è una persona migliore" (in quanto si pone domande difficili in quanto credente) mentre di contro "chi non la pensa come me è peggiore, perchè lo fa per la conveninenza di fare come gli pare".
    E' semmai molto comodo mettere se stessi davanti agli altri attribuendosi qualità, ma soprattutto supponendo che gli altri non le abbiano.
    Le domande scomode, le riflessioni profonde sulla propria vita e sul suo significato se le fanno molte poche persone, sia tra i credenti sia tra gli atei. Ma è pura presunzione ritenere che professarsi o meno atei sia una discriminante in merito. Rifiuto, rigetto e, lasciamelo dire, disprezzo, questo modo di ragionare. E' una offesa agli uomini, ed anche a Dio.

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    1. Benvenuto dont feed the troll/dovella (a proposito, qualche volta mi devi spiegare l'origine del tu nick), lieto di riprendere alcuni discorsi che facevamo in un altro forum.
      Rispondo alle obiezioni che mi fai, poiché temo che tu non mi abbia ben capito, anche perché , rileggendomi, avendo scritto questo post di getto temo di non essere stato chiaro.
      Per quanto riguarda l'esistenza di Dio, non do affatto per scontato che nelle opinioni tutti ci sia, anzi, l'argomento di questo post era proprio la sua non presenza nel pensiero di molti. Se in coloro che credono c'è la sua scontatezza è perché l'esperienza che se ne fa quotidianamente nel rapporto con il divino è tale da far apparire ovvia la Sua presenza. Ed appare cosi naturale la Sua esistenza che ci si trova spiazzati quando qualcuno ci chiede di dimostrala. E' come se qualcuno ti chiedesse di dimostrare che 2+2 fa' 4, od un qualcosa di così ovvio per te: non trovi subito come rispondere da tanto ti sembra strano. Ma non ritengo assolutamente che chiunque si professi ateo ritenga che Dio esiste ma non lo voglia dire. Per spiegarmi meglio devo però fare una piccola digressione:
      Nella mia esperienza devo dire che ho incontrato due tipi di persone (in realtà ritengo che classificare le persone per classi sia molto riduttivo, e che ogni persona sia unica e particolare, ma per il discorso che intendo fare questa semplificazione non è troppo limitante): quelli che maturano la loro convinzione religiosa dopo un percorso spirituale che li porta ad approfondire la loro parte intima (sia atei che credenti) e quelli che con la religione hanno un rapporto superficiale, basato su preconcetti e discorsi (sia atei che credenti). Ripeto che la semplificazione e riduttiva e che ci sono innumerevoli sfumature, ma questi sono i casi più comuni. I primi hanno delle convinzioni profonde, che li portano ad agire secondo quello che credono, ma praticamente mai sono irrispettosi di chi non ha la loro stessa convinzione, poiché nel loro percorso si sono fatti domande scomode e riflessioni interne, anche dolorose, e sanno cosa significa arrivare ad avere una propria credenza. I secondi invece, non avendo maturato niente internamente, sono raramente rispettosi di chi non la pensa come loro, e non avendo dentro una guida spirituale per la vita si comportano in maniera spesso molto opportunistica. Nel mio post mi riferivo esattamente a questa categoria di persone, per la parte non credente, e non agli atei in generale, come mi sembrava che fosse ovvio. Se non lo era evidentemente mi sono spiegato male, e di ciò mi scuso. Spero che sarai d'accordo con me sul fatto che solo un cammino di crescita interiore, qualunque sia il risultato a cui ti porta, possa riuscire a decidere con discernimento su queste questioni.
      Quanto al fatto che mi imputi di credermi migliore di chi non la pensa come me religiosamente, o che ritenga che essere ateo sia una inferiorità, rigetto con forza l'accusa, sia per i motivi che ho spiegato sopra, sia perché mi sono reso conto che non sono certo in grado di giudicare una persona. Certamente, dato le convinzioni che ho maturato con fatica nel tempo, ritengo di essere nel giusto dal punto di vista religioso, ma non mi ritengo certo superiore a chi non la pensa come me, ne mi sottraggo al confronto con chi vuole costruttivamente dibattere, per crescere insieme, pronto anche ad accettare le idee dell'altro se capissi che ha ragione (e non sarebbe la prima volta). Le domande scomode, i dubbi esistenziali, me li pongo spesso anch'io. Ho detto delle volte, meravigliando molti, che per me la fede è "la fede del dubbio", perché solamente non adagiandosi nelle proprie convinzioni, ma mettendoci in gioco, confrontandoci e riflettendo insieme si può crescere ed evolvere. Nel mio caso verso Dio, nel tuo non so dove ti stia portando il tuo cammino, ma spero che sia verso una meta sicura.

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  2. dont feed the troll/dovella20 febbraio 2012 alle ore 14:16

    Dio esiste (o non esiste) indipendentemente dal fatto che noi ci crediamo o no.
    Crederci o non crederci è una fortuna, un caso, per qualcuno è un dono. Dipende dall'ambiente in cui siamo cresciuti, dalla famiglia prima e dal contesto sociale poi. Dipende dalla nostra capacità di farci (o non farci) domande e dalla personale attitudine a darsi risposte.
    Dipende dalle nostre necessità. L'uomo ha "inventato" Dio, su questo non ci piove. Lo avrebbe inventato anche se Dio non ci avesse "creato".
    L'uomo si trova davanti a un universo che non capisce, si trova davanti a se stesso e non si capisce. E ha bisogno di una risposta a tutto questo. Ha bisogno di sapere che oltre a un "come" esiste anche un "perchè".
    Alcuni di noi, me per primo, non vogliono arrendersi all'idea che la vita sia solo una casualità di un sistema così complesso da non poter essere compreso nella sua totalità.
    Abbiamo bisogno di vedere la nostra necessità di giustizia soddisfatta, foss'anche in un altra vita. Abbiamo bisogno di sapere che il bene che facciamo ci sia riconosciuto, e il male perdonato. Abbiamo bisogno di sapere che cio' che noi riteniamo giusto e sbagliato, sia giusto o sbagliato anche al di fuori di noi. Abbiamo bisogno di non saperci soli, di avere un "amico", un padre, un fratello che non ci abbandoneranno mai. Abbiamo bisogno di un ultimo rifugio dove riparare quando non abbiamo + nessuna alternativa. Abbiamo bisogno di sapere che le persione che abbiamo amato e che abbiamo perduto esistono ancora e che le incontreremo di nuovo.
    Ecco perchè crediamo in Dio. Crediamo in Dio perchè siamo deboli.
    Questo non vuol dire che Dio non esista, vuol dire che ne abbiamo troppo bisogno per non crederci.
    La prova di quanto dico sta nel fatto che tanto + una società è "sicura", tanto più il bisogno di Dio si fa meno forte, e pertanto l'elenco dei suoi fedeli si assottiglia.

    Spesso la propaganda ci illustra i "terroristi musulmani" come degli invasati, ed è vero. Quelle persone stanno così male che non hanno altra scelta che credere in un Dio totalizzante, che governa le loro azioni, e che gli assicura il paradiso, se solo fanno il suo volere, per quanto terribile possa apparire. Si lasciano morire su un aereo dirottato, o con una cintura di esplosivo, per nutrire l'ultima speranza. Anche questo è Dio.
    Dio è la nostra risposta, quando non abbiamo + risposte.

    In un mondo perfetto, dove non c'è + paura, sofferenza, dolore e incertezza, Dio non esisterebbe.

    Di fronte a questa evidenza, come possiamo essere così sicuri di quello in cui crediamo?

    Io mi sento solo di ammettere che Dio è nel mio cuore, perchè ho troppa paura per non portarlo con me.

    Ps.
    Il mio nome è pura ironia. Nei forum di ogni tempo si è sempre detto che i troll, i disturbatori, vadano semplicemente ignorati, e spariranno da soli. Eppure io credo che, se non sempre spesso, siano + interessanti quelli che rompono le scatole di quelli che ci fanno vivere in pace. Dal conflitto nascono tante idee. Allora ironicamente mi vesto del contrario di cio' che penso.

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    1. Ciao, dont feed the troll/dovella. Su quello che scrivi sono solo in parte d'accordo. Se è innegabile che Dio esista (oppure no) indipendentemente dal fatto che noi ci crediamo, invece non si può affermare che l'uomo ha "inventato" Dio (se non ci fosse) solo perché ne ha bisogno per affrontare la vita e quanto questa comporta. Se è vero che l'esistenza ed il mondo la fuori può spaventare, è anche vero che questo timore non porta direttamente a ipotizzare un qualcosa sopra di noi che ci possa essere di aiuto e conforto. Tanto e vero che ci sono filosofie e religioni che non portano ad ipotizzare la necessità di un Dio. In un mondo perfetto, come dici te, Dio esisterebbe sempre, o perché si manifesterebbe direttamente o perché sarebbe la meta di quello che manca all'essere umano, l'aspirazione verso cui lo porta la sua incompletezza.
      Non posso poi essere i n accordo con te sul fatto che il bisogno di Dio diminuisca quanto più una società è sicura: dalla mancanza di timore nasce anzi una spinta maggiore alla ricerca, anche in campo sovrannaturale. Le religiosità diminuisce invece quanto più una società soddisfa i suoi bisogni di base e se ne crea di nuovi: allora le distrazioni sono tante e tali, come nella nostra, che le persone non discernano più l'importante dal superfluo, non avendo punti di riferimento fissi, e quindi non capiscono quali sono le vere necessità interiori che uno a dentro.
      La cosa che mi dispiace è che credi per paura. Io non ho invece paura, ma non perché credo. Sono arrivato ad accettare questa vita e ciò che comporta, compresa la sua inevitabile fine, capendo la naturalità e la necessità di ciò. Io credo perché ho capito che Dio esiste, avendolo sentito con me, non quando ne avevo bisogno ma sempre. La sicurezza in Lui ma la da la prova che è con me, anche se ciò non mi fa certo smettere di dubitare, cosa che in fondo fa parte della nostra natura. Ma è solo dubitando, interrogandosi e cercando le risposte che si progredisce, anche e sopratutto nella fede. Chi non ha dubbi secondo me in realtà non crede veramente.

      P.s.: interessante la scelta del nick, ma non ho capito ancora cosa significa dovella... :(

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